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18 marzo 2010
Su GIST a firma di Matilde De Poli
Il maestoso castello di Soncino, specialmente se illuminato ad arte la sera, sa farci assaporare un'atmosfera millenaria ancora intatta in questa parte di campagna cremonese. Un luogo talmente suggestivo da essere stato conteso per secoli dai principali Comuni Lombardi e Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, volle persino farlo ristrutturare da quel Bartolomeo Gadio già architetto del Castello Sforzesco. Questa rocca, carica di storia, lo scorso 14 marzo è stata scelta come tacita scena da un artista che si è fatto portavoce delle più genuine tradizioni di Crema e dintorni. Gio Bressanelli, musicista che opera per l'Associazione Culturale e Musicale cremasca ‘'Il canto del cucù'' presenta, tramite il suo primo disco inedito da cantautore, ‘'Il pane del giorno prima'', tutto ciò che c'è di buono nella cultura popolare di queste zone. Cultura significa pensiero e riflessione tramandateci dalle antiche generazioni, poesia dialettale nuda, diretta, esplicita ma realista, mai superflua, che porta alla luce emozioni di un tempo che fu ma che vuole continuare ad essere anche il nostro. In dieci canzoni, cantate d'un fiato come allegre ballate, troviamo tutto questo: storie di vita, di fatiche, di guerre, di scongiuri, di amori. Ci addentriamo festosamente nel passato dei nostri ‘'vecchi'', scoviamo consuetudini abbandonate dal mondo del Duemila ma nello stesso momento ci accorgiamo di quanto queste ci rappresentino. Siamo figli dei nostri padri, non nuoce dare ascolto alla saggezza che, anche al giorno d'oggi, può dire ancora molto. Da quest'idea nasce il titolo stesso dell'album: il pane vecchio di un giorno si può conservare, monito per la nostra società, iperconsumista anche nei valori. E così le canzoni: Andè ‘n po ù a ènt ricorda di non godere mai della propria ricchezza quando questa è costruita sulla povertà degli altri ( ‘'se non hai niente tu, non ho niente io''), mentre Buona sorte invita a difendere la propria cultura ‘'con la spada sguainata e lo scudo di un re'' ma arricchirla tramite la tolleranza e l'apertura mentale. E ancora, in Viaggio per viaggio la musica trasmette l'angoscia per una società che gira troppo velocemente alla ricerca di un senso che spesso non trova e, su questa linea si snoda anche la bella tra il bene e il male, che parla del timore di condividere i propri beni accumulati con gran sacrifici. A munt, invece, attualizza la Prima Guerra mondiale, facendoci capire che, purtroppo, ancora oggi nel mondo ci sono bambini che esorcizzano questo spettro terribile (A munt è un'espressione usata nel gioco delle carte quando si manda a monte una partita). Bressanelli, con una finezza ed un realismo che ricordano molto De Andrè, suo modello indiscusso, dà vita alle avventure dei nostri nonni. Ad esempio, ne La dote di Elsa, esamina, attraverso gli occhi di una fanciulla, la Seconda Guerra, che per lei si configura come un ostacolo forzato al matrimonio, oppure, in Mano bianca mano nera, colora di epico i giochi, le attese e le bravate dei bambini in colonia a Finalpia. Ma il senso di questo grande lavoro è concentrato in Millestorie: qualunque sia la vita che ci tocca, non bisogna mai lasciarsi scivolare addosso gli avvenimenti, perché il tempo perduto nei rimpianti non torna mai più. Infatti, se la sfida più intrigante dell'uomo è imparare a vivere pienamente, solo scegliendo di camminare, capire e conoscere possiamo calcolare il tempo realmente goduto (Santiago).
Matilde De Poli per GIST gruppo italiano stampa turistica
nella foto un momento del concerto di Soncino del 14.03.2010
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1 commento:
Ella che recensione! Complimenti ^^
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