Da un ricordo di Ivano Fossati pubblicato sul Corriere della sera.
..."Fabrizio oggi è di tutti" dice Dori Ghezzi con tollerante senso della realtà. Purtroppo nessuna seriosissima esegesi, nessuno scandagliamento della sua opera ci restituisce la complessità, o se si preferisce, la completezza del carattere di De André.
Così, personalmente, ho più cara nei miei ricordi la parte di lui che lo faceva «parlare basso», da buon genovese a un altro genovese. Niente lessico da libro stampato, nessun massimo sistema, ma frequenti risultati di partite di calcio.
Il Genoa. E magari qualche gioioso apprezzamento per rotondità muliebri fuggevolmente offerte da programmi tv di taglio basso.
Garbato e sornione s’intende, in salsa fredda, alla ligure. Un mondiale di calcio, il festival di Sanremo, le televendite. Qualche lieve ubriacatura. Un po’ di birre a Sestri Levante per festeggiare il testo di «A Cimma», che ci era sembrato irraggiungibile.
E improvvisamente le ginocchia di tutti e due che non reggono più per tornare a casa. Perché non erano più gli anni settanta.
Era questo un De André «semplificato» che la gente avrebbe amato e compreso ancora di più, se è mai possibile. Le leggerezze dette a piena bocca umanizzano. Sono un dono che il cielo fa agli uomini di grande intelligenza, i quali se vogliono ne usano, come per cercare riposo. Alcuni che idealizzano e rendono monumentali uomini e artisti, secondo un’immagine che non ammette imperfezioni, non capirebbero. ...
Ivano Fossati
2 commenti:
La settimana appena conclusa si è caratterizzata con un sacco di “speciali” su Fabrizio De Andrè.
Alla fine si è spesso trattato di riproposizioni del solito concerto al Teatro Brancaccio di Roma (che probabilmente ciascuno di noi ha già visionato “several times”) con l’aggiunta di interviste a personaggi sicuramente famosi, ma spesso “improbabili” al mondo di Fabrizio De Andrè.
Stasera, vero anniversario del decennale della morte di Faber, c’era lo “speciale” su Rai3.
Per la verità sarei dovuto essere a cena da amici, ma a causa di una ulteriore manifestazione di influenza in famiglia, mi è toccato stare casa e “scegliere” di vedermi lo “Speciale”.
Ho ancora adesso gli occhi appannati dopo aver visto e sentito la riproposizione di “Creuza de Ma“ da parte di quei due straordinari musicisti che sono Cristiano De Andrè e Mauro Pagani (che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente!!!).
Grandi emozioni, tante lacrime che mi hanno impedito di cantare in diretta con i grandi interpreti…
Straordinarie presenze: Pivano e Olmi su tutti!
Simpatici, ma intrusi: Littizzetto e Albanese.
Troppa Dori e poco gli amici veri. Alcuni interpreti, magari bravi, ma “poco probabili”. Scelta delle canzoni discutibile e fortemente incompleta, Fazio bravino.
“Lui”, si è visto pochissimo, e forse è giusto così.
A suo tempo, quando qualcuno gli chiese quale fosse la canzone con la quale amava maggiormente identificarsi, De Andrè rispose “Bocca di Rosa”.
Stasera, sulla base della decisione presa da Dori Ghezzi, oltre 300 radio in Italia hanno trasmesso contemporaneamente “Amore che vieni, amore che vai”.
Buonanotte
Gian
io ho un'unica preoccupazione che non si diventi morbosi andando a ricercare la marca dell'acqua che beveva e quante volte ha avuto l'influenza.
vi prego se vi accorgete che in qualche maniera io possa prendere questa piega picchiatemi a sangue.
il gio
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