"E' un perforare con voce acuta, uniformemente sulle ottave alte, il cervello, un trapanare le orecchie, un attaccare le convenzioni conosciute del cantare. Ma questa è Giovanna Marini da almeno vent'anni. Non la paciosa immagine quasi folk che usciva dai solchi del "Fischio" (Grande opera al cospetto del cielo!). La Marini è dissonante, è stridente, è offensiva e provocatoria.E' un urlo a volte sgraziato e scomposto, ma sempre dall'altra parte del potere. Può piacere o non piacere, ma questa è la sua strada."
Per chi come me, cerca di raccontare storie, momenti, passioni, speranze, e che come forma di espressione ha scelto la canzone, l'incontro con Giovanna rappresenta sicuramente un bel pugno in faccia.
Uno schiaffo che ti ridesta dalle consuetudini, che ti interroga sul significato delle cose che stai facendo, che ti obbliga a confrontarti con le tue radici culturali e musicali.
Grazie Giovanna, e grazie per aver accettato la sfida di esibirti con me interpretando un brano nel mio dialetto, che come dici tu è quasi privo di consonanti e di quelle bellissime "erre" che carratterizzano il tuo modo di parlare e di cantare.
foto by Angelo Peja
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